venerdì 18 dicembre 2015

Insipidézza


Il 23 maggio 2010, dopo la festa per la vittoria dell’Inter nella finale di Champions, il filosofo di Setúbal ci lasciò e da quel giorno fummo Gli Orfani e il calcio cominciò a essere quella cosa triste e mortalmente noiosa che è oggi. Ci rimaneva Ranieri, al tempo mesto e per nulla stimolante allenatore della Roma. Com’era possibile, davvero, rimettersi a guardare una partita di pallone e non farsi venire la depressione? Il calcio italiano era già nel fosso dell’inutilità dai tempi di Moggi e dei suoi compagni di merende, ma senza Mou è diventato incorporeo. Oggi, e mi dispiace per Jack O’Malley, il virus dell’insipidézza ha invaso anche l’isola dei tre leoni e non basta un buon brandy di Jerez per tirarsi su il morale: Ranieri in testa alla Premier, dopo la vittoria contro i Blues di Mourinho, è un capovolgimento dell’universo, uno strappo nel tessuto della realtà. Davvero, di più improbabile c’è solo la scoperta del gravitone (che ormai il bosone di Higgs dicono d’averlo visto) oppure Obama che conclude qualcosa in politica estera. Consiglio di passare alla Premiership di rugby, dove Leicester è una cosa seria.

Lettera pubblicata da Il Foglio il 18 dicembre 2015