mercoledì 23 agosto 2017

Del rugby italiano e della fenomenologia di un fallimento

Provo a elencare le magagne del rebbi nostrano che mi vengono in mente. Probabilmente manca tanta roba, ma queste sono quelle che mi sono venute in mente in mezz'ora. Un misto di fenomeni e epifenomeni senza un ordine particolare.

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1) La nazionale maggiore, dopo l'ingresso nel 6N e nel rugby che conta, non è cresciuta quanto si sperava in termini di risultati e di seguito.

1a) La nazionale maggiore gioca il 6N da anni e i risultati sono scarsi se non deludenti.
1b) Le presenza allo stadio per le partite del 6N sono in calo. Così come per i TM autunnali.
1c) L'Italia continua a galleggiare nel ranking in posizioni di rincalzo e non migliora (anzi peggiora).
1d) L' Italia, pur nominalmente Tier 1, nel ranking è intruppata in un mucchio comprendente molte Tier 2. Siamo cioè Tier 1,5, né carne né pesce.
1e) L'interesse per la nazionale è in calo nei media e nella stampa sportiva.
1f) La copertura televisiva delle partite della nazionale è da sempre problematica. Rai e Mediaset non sono interessate. La copertura è affidata, fortunosamente, a una emittente, pur nazionale, di secondo piano (canale 52 DTT), senza trasmissioni in HD.

2) L'Italia rugbistica non è minimamente competitiva nel rugby a 7. Di fatto la nazionale italiana di rugby a 7 è una Tier 2 o Tier 3.

2a) Non abbiamo una nazionale in grado di ambire alla partecipazione olimpica e nemmeno al cicuito internazionale di World Rugby.
2b) Non c'è traccia di competizioni nazionali di rugby a 7 di livello.
3c) I club non riescono a dotarsi di una struttura adeguata a sviluppare il rugby a 7.
3d) La federazione non riesce a dotarsi di una struttura adeguata a sviluppare il rugby a 7.
3e) Alla federazione non sembra interessare molto il rugby a 7 nonostante sia uno sport olimpico.
3f) Al CONI non sempra interessare nulla del fatto che alla FIR non interessi il rugby a 7 che è uno sport olimpico.

3) La nazionale femminile, nonostante abbia partecipato agli ultimi mondiali e partecipi al 6N femminile, non ottiene risultati e viene regolarmente battuta da nazioni rugbisticamente con meno tradizione.

3a) La nazionale femminile non gioca TM e non ha giocato partite di preparazione per il mondiale 2017.
3b) La FIR non investe molto sulla nazionale femminile.
3c) Il rugby femminile è in crescita dappertutto, ma non in Italia.

4) La partecipazione italiana al Pro12/Pro14 è deficitaria in termini di risultati e di seguito.

4a) Le franchige italiane non riescono, se non episodicamente, a competere e vincere partite nel Pro12/Pro14.
4b) Non c'è nessuna o c'è scarsa copertura televisiva in Italia per il torneo.
4c) L'Italia non porta contributi economici significativi al torneo (non essendoci contratti televisivi del livello necessario).
4d) L'Italia vive costantemente l'incubo dell'esclusione del Pro12 per manifesta inadeguatezza economica e sportiva.
4e) L'Italia ha perso un posto in Champions Cup, ufficialmente in seguito alla riorganizzazione del torneo per renderlo più competitivo/appetibile, in pratica perché le squadre italiane non sono adeguate al livello, sportivamente ed economicamente (vedi 4d).
4f) C'è stato il fallimento della prima franchigia italiana, gli Aironi.
4g) C'è stato il sostanziale fallimento della franchigia che ne ha preso il posto, le Zebre che sono state federali, poi private, poi federali, poi...
4h) Non esiste un sistema efficiente per il collegamento tra franchige e territorio e club (permit player) e accademie federali.
4i) L'interesse per il Pro12/14 è praticamente nullo nei media e nella stampa sportiva.

5) Il campionato italiano maggiore di rugby è in profonda crisi.

5a) Le squadre sono tutte dilettantistiche o al massimo semi-professionstiche.
5b) Il livello dello spettacolo sportivo è in calo da anni.
5c) Il livello tecnico del campionato non permette la formazione di giocatori pronti per il livello internazionale.
5d) Non esiste una Lega.
5e) Non c'è copertura televisiva.
5f) Ci sono pochi sponsor e quasi nessuno di livello.
5g) Il nome "Eccellenza" non rispecchia la realtà ed è fuorviante (oltreché palesemente orribile).
5h) La competizione di contorno, il Trofeo Eccellenza, non produce il minimo interesse (nemmeno per i club).
5i) L'interesse per il campionato italiano è praticamente nullo nei media e nella stampa sportiva.

6) L'Italia non riesce a esprimere arbitri di livello internazionale salvo Mitrea e, caso particolare con risvolti extra-rugbistici, M.B. Benvenuti.


7) Il rugby in Italia, dopo una buona crescita iniziale negli anni '90, non è riuscita a tenere il passo degli altri competitor dopo l'introduzione del professionismo. A tutti i livelli.


8) Non c'è chiarezza di obbiettivi nel movimento rugbistico italiano e quindi nella FIR.

8a) Non si capisce se l'obbiettivo è la crescita complessiva del movimento o l'ottenimento di risulati da parte della nazionale maggiore. E' la nazionale maggiore che, portando interesse, traina il movimento oppure è il movimento di base che deve dare linfa alla nazionale maggiore? In quasi tutti gli sport le due cose vanno o devono andare di pari passo. Nel rugby non è così chiaro: tradizionalmente, nei paesi trainanti, tutto è focalizzato alla nazionale.