venerdì 13 ottobre 2006

Ma Prodi da che parte starebbe a Lepanto?

Egregio Direttore,
mi preoccupa sempre più l'atteggiamento del nostro Presidente del Consiglio. Per la prima volta in molti anni di carriera ha assunto una chiara iniziativa di politica estera: si sta proponendo come interlocutore privilegiato nel dialogo oriente-occidente. Lodevole iniziativa, ha molti illustri predecessori in questo
ruolo.
Il problema è che non lo fa dalla parte dell'occidente, ma dall'altra.
La visita a Benedetto XVI lo dimostra. Prodi è andato a spiegare al Pontefice cos'è il dialogo tra le religioni, cioè cos'è il dialogo tra le religioni visto da parte islamista. Avrebbe detto che non è il momento di "pronunciare discorsi, ma di costruire ponti di cooperazione, di dialogo, di lavoro e di partecipazione".
Capito Ratzinger? Le "lectio magistralis" a Ratisbona ostacolano la costruzione di ponti nel Mediterraneo.
Inoltre: "Dobbiamo lavorare insieme per creare nuovi orizzonti". Insieme, cioè "noi" e voi cattolici.
Prodi è andato a rendere conto della sua iniziativa al suo pubblico: quello di Al Arabiya. Aveva paura di offendere gli arabi se fosse andato in Vaticano senza prima avvertirli?
Eravamo abituati a vedere i presidenti e i segretari di stato statunitensi in giro per il mondo ad esportare la democrazia americana. Oggi è Prodi che esporta la democrazia filo-islamista e si reca in visita a un paese straniero trattando il suo sovrano come fosse il governante di uno stato (quasi) canaglia.
Prodi è un cattolico adulto, può permettersi di andare dal Papa a dirgli come si dialoga tra le religioni. Il problema è che Prodi come musulmano è ancora un adolescente e i musulmani adulti, quelli veri, se lo rigirano come vogliono.
Prodi prima non difende in alcun modo il Papa dagli attacchi subiti dopo la lezione di Ratisbona e dice di non vedere rischi da parte islamica, poi addirittura lo istruisce sui temi della correttezza politica e religiosa.
Questa visita Oltretevere del Presidente Prodi mi è sembrata peggio della breccia di Porta Pia, più dannosa per la Chiesa, ma soprattutto più devastante per la nostra Italia, per la nostra cultura e la nostra storia.
Ci ritroveremo tutti a Lepanto?
Lettera inviata a Il Foglio il 13 ottobre 2006, non pubblicata.

giovedì 12 ottobre 2006

Alberi, arbusti e cespugli a sinistra

Egregio Direttore,
Finalmente il Partito Democratico: PCI, PDS, DS, PD.
Quarta incarnazione (dopo questa ancora tre vite disponibili, come i gatti). Via la quercia e nuovo simbolo il baobab.
Per la quinta incarnazione prevedo PDCS (Partito Democratico del Centro Sinistra) con Mussi segretario del PPE e la Lanzillotta vice-presidente dell'Internazionale Socialista. Gli scismatici del Correntone daranno vita a Rifondazione Diessina?
Simbolo una foglia di ortica.
Faccio già fatica a spiegare il calcio a mio figlio juventino di 8 anni: come farò a spiegargli la politica italiana?
Lettera inviata a Il Foglio il 12 ottobre 2006, non pubblicata.

mercoledì 26 luglio 2006

La Juve e i suoi presidenti nobili

Egregio Direttore,
dopo Grande Stevens e dopo Cobolli Gigli il prossimo presidente della Juve sarà Tarallucci Vino? Noblesse oblige.
Lettera inviata a Il Foglio il 26 luglio 2006, non pubblicata.

lunedì 10 luglio 2006

Abbiamo vinto per un palo

Egregio Direttore,
Prodi ha detto "Abbiamo vinto per un palo. In certe competizioni si vince così. E' una gioia quasi pari a quella della vittoria elettorale."
Un palo di una porta è circa 1,37% della dimensione della porta (10cm rispetto a 7,32m). Siccome il tiro di Trezeguet ha colpito la traversa, la percentuale esatta è invece 4,10% (10cm rispetto all'altezza della porta di 2,44m).
Un'enormità rispetto allo 0,07% dei 25.115 voti con cui l'Unione ha vinto le elezioni alla Camera. Tanto per dare un po' di numeri sul "fattore C".
Lettera pubblicata da Il Foglio l'11 luglio 2006.

Questo è il commento di Luca Sofri alla mia lettera, postato sul suo blog Wittgenstein:
Siccome sei si fa la gara a chi è più pignolo, siamo tutti piuttosto campioni del mondo, segnalo l'errore logico dell'obiezione. Che prevede che Trezeguet abbia sbagliato di 10 centimetri, ovvero tutto lo spessore della traversa. Invece il pallone ha colpito la traversa ed è rimbalzato a terra, quindi se sapete com'è fatta una traversa, l'ha colpita nella sua metà inferiore. L'errore di Trezeguet è quindi inferiore ai 5 cm. E qui ci vorrebbe un fisico (o un ottico) per scendere più nel dettaglio.
Il secondo errore è invece semplicemente di numeri dove si parla delle elezioni. L'Unione alla Camera ha vinto di circa 130mila voti

Replico. L'errore, se c'è, non è logico, ma, come dice lo stesso Sofri, fisico.
Ad essere ancora più pignoli, si dovrebbe tener conto del modo in cui la palla colpisce il legno, se lo colpisce, per entrare in porta (varcando la famigerata linea per intero). In ogni caso, immaginando che la palla abbia colpito la metà inferiore della traversa e sia quindi finita a terra, fuori o dentro, esiste una porzione della superficie cilindrica inferiore che avrebbe permesso alla palla di entrare, aumentando, virtualmente, lo "specchio utile" per il gol. Dipende dalla tangenza tra la palla (sferica) e la traversa (cilindrica). L'approssimazione che ho fatto (10cm di traversa contro l'altezza complessiva della porta) è più che accettabile, in ogni caso di un paio di ordini di grandezza rispetto alla percentuale di scarto tra i voti dell'Unione e quelli del Polo.
Escludendo la Valle d'Aosta e l'Estero, Prodi ha preso 19.002.598 voti, Berlusconi ne ha presi 18.977.843. (Risultati ufficiali dal sito del Ministero dell'Interno)
La differenza è di 24.755 voti, meno ancora di quelli che avevo indicato nella lettera (con dati non del tutto ufficiali), non certo 130.000 come dice Luca Sofri.

martedì 23 maggio 2006

E' più facile incastrare Moggi o Pacciani?

Egregio Direttore.
La quarta carica dello Stato (Guido Rossi), ha nominato Borrelli procuratore della FIGC. Le toghe rosse nel calcio, questa mi mancava.
Ma a parte questo, Vigna come l'ha presa? Male, immagino, ma se ne deve fare una ragione. Si è fatto prendere per il didietro per 20 anni da Pacciani, cosa pensava di poter fare contro i compagni di merende che girano a Coverciano, dire che se la colpa è di qualcuno è sicuramente di Caselli? Già sentita.
Lettera inviata a Il Foglio il 23 maggio 2006, non pubblicata.

Milan, attenzione a Borrelli

Egregio Direttore,
Borrelli procuratore alla FIGC. Davvero Vigna voleva il posto? I magistrati non sanno più cosa fare per acquistare potere. I suberlatitanti di Cosa Nostra al momento sono esauriti, prendersela con Berlusconi dopo le elezioni non è nemmeno divertente, in Parlamento e al governo Prodi, nonostante la ressa, non c'è più posto. Fortuna che c'è il calcio.
Con Borrelli il Milan ha qualche speranza di rimanere in A la prossima
stagione? Fossi il Cavaliere, prima di riprendermi la poltrona di presidente del club, ci penserei due o tre volte.
Lettera inviata a Il Foglio il 23 maggio 2006, non pubblicata.

venerdì 19 maggio 2006

Dopo la Triade, la Trinità

Egregio Direttore,
Dopo la Triade, la Trinità: Prodi, D'Alema, Rutelli.
Se scrivo un vangelo apocrifo con protagonisti questi
tre, lo trovo poi qualcuno che ne trae un film per
Cannes?
Lettera inviata a Il Foglio il 19 maggio 2006, non pubblicata.

Il cattolico adulto, il commissario politico, il sacrestano

Egregio Direttore,
Come usava ai bei tempi dell'Armata Rossa a Stalingrado (si veda Vita e Destino di Vasilij Grossman), nel 1996 a Prodi era stato affiancato il commissario politico Veltroni. Oggi, oltre al commissario politico D'Alema, gli hanno affiancato anche il sacrestano Rutelli. Un netto miglioramento.
Lettera inviata a Il Foglio il 19 maggio 2006, non pubblicata.

mercoledì 17 maggio 2006

D'Alema dalla FGCI alla FIGC

Egregio direttore,
Guido Rossi commissario della FIGC. Il prof. Prodi aveva proposto Gianni Letta. Ma possibile che a nessuno del centrodestra sia venuto in mente di proporre Massimo D'Alema? Mi sorge il dubbio che nessuno dei suoi, in questo caso, gli avrebbe chiesto di fare un passo indietro per il bene del paese. E' la fiera delle occasioni sprecate.
Lettera inviata a Il Foglio il 17 maggio 2006, non pubblicata.