martedì 10 novembre 2015

Valentino Rossi è un genio

Valentino Rossi è un genio. Lo si sapeva già, ma la cosa non smette mai di stupire. E’ riuscito in due settimane a passare dalla parte del torto a quella della ragione e a far apparire i suoi due avversari due patetici imbroglioni. Cioè, prima, in diretta mondiale, scaraventa Marquez per terra con un calcione che la testata di Zinédine Zidane sembra un buffetto cresimale. Come buttare al vento vent’anni di carriera, la più luminosa nel mondo dei motori. Ha fatto quello che nessuno gli potrà mai perdonare, ha tradito il verbo della sportività, si è macchiato del peccato più grave, la mancanza di fair play. I due caballeros fanno la cosa tatticamente meno saggia, decidono di gonfiare il petto, di fare gli offesi, di ergersi a moralizzatori. A Valencia va in scena la finale della Piston Cup. Corrono in tre, come nel capolavoro di John Lasseter, solo che già Vale si è preso due ruoli, quello di Strip “The King” Weathers (da sempre il suo) e quello di Saetta McQueen (che fino a qualche settimana fa era del giovane Marquez), e ha corso contro non uno, bensì due versioni di Chick Hicks, l’eterno secondo, il rancoroso. E’ riuscito ancora a realizzare il capolavoro, ha tolto visibilità ai suoi avversari, li ha messi da parte, li ha resi inconsistenti, dimenticabili, trascurabili. Alla lunga lista dei Chick Hicks che l’hanno sfidato e hanno perso, magari non in pista, ma in tutto il resto, ha aggiunto pure Lorenzo e Marquez. E’ un maledetto genio…

Lettera pubblicata da Il Foglio il 10 novembre 2015

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